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Edizione 2019
IL QUARZO: colori, varietà e tecnologia
Una piccola, ma preziosa anteprima sulla bellezza di questo minerale, la si è già avuta nell’esposizione del 2018. In occasione del 48° EUROMINERALEXPO 2019 il quarzo sarà invece il protagonista centrale delle mostre tematiche. Di questo splendido minerale verranno infatti illustrate le principali caratteristiche mineralogiche, la grande varietà di forme e colori con cui si presenta in natura, le associazioni mineralogiche più preziose e caratteristiche, le località che hanno dato gli esemplari più belli e, infine, si darà risalto all’importanza che questo minerale ha assunto nella nostra vita attraverso le sue applicazioni tecnologiche. Una grande esposizione per uno splendido minerale.
LE COLLEZIONI DI MUSEI E CIRCOLI MINERALOGICI TORINESI
Fin dalla nascita delle prime collezioni naturalistiche private nella prima metà del XVIII secolo, confluite poi nel Museo Accademico dell’Università di Torino voluto dal re Vittorio Amedeo II di Savoia, allestito, verso il 1740, nel Palazzo dell’Università di via Po e divenuto, successivamente, un proto-museo di Storia Naturale, Torino è sempre stato, per motivi storici e culturali, un luogo privilegiato nel settore delle raccolte, pubbliche e private, di natura naturalistica. Non va dimenticato infatti che, sempre verso la metà del 700, vide la luce quella Società Privata Torinese (che diventerà, alcuni decenni dopo, la celebre Accademia delle Scienze di Torino) dotata di un proprio museo naturalistico, in cui confluirono le collezioni private dei vari soci, tutti personaggi di grandissima valenza culturale nel panorama torinese dell’epoca. Unificate da Napoleone, all’inizio del secolo successivo, ed affidate alla cura di Stefano Borson, le sezioni geomineralogiche di entrambi i musei diedero vita a quella che, ancor oggi, costituisce la collezione storica di Scienze della Terra dell’Università di Torino. Altre due grandi collezioni geomineralogiche pubbliche vennero a costituirsi, dopo alterne vicende, a Torino nella seconda metà del XIX secolo, promosse dalla nascita di due prestigiose realtà ottocentesche: la Scuola di Applicazione per Ingegneri ed il Museo Industriale Italiano, le cui collezioni (pur gravemente impoverite dai danni bellici) costituiscono in nucleo originale dell’attuale raccolta geomineralogica storica del Politecnico di Torino (a cui le due citate istituzioni diedero origine nel 1906). La nascita, nel 1980, del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino promosse infine l’arrivo in città di moltissimo materiale mineralogico e geologico più recente, venendo a costituire le autonome collezioni regionali di rocce e minerali, nell’ambito delle più vaste raccolte di scienze naturali. In tanto fervore naturalistico, dai primi anni 70 del secolo scorso in poi, vennero anche a formarsi a Torino alcune associazioni collezionistiche private che ancor oggi, pur so
pravvivendo a fatica in un clima di mutati interessi culturali, sono presenti nel panorama naturalistico cittadino con le loro collezioni mineralogiche, esposte nelle rispettive sedi.
PARCO PALEONTOLOGICO ASTIGIANO
Euromineralexpo
è sempre gradita occasione per l’Ente Parco Paleontologico Astigiano per
esporre i campioni fossili conservati presso il Museo Paleontologico
Territoriale dell’Astigiano e di offrire la pubblico le proprie novità. Oltre
alla presenza della ricostruzione della mandibola dello squalo gigante
megalodonte, ormai un must che non può mancare, si dedicheranno le vetrine a
temi diversi esponendo campioni fossili tra i più tipici dei giacimenti
piemontesi.
La
parte principale è costituita da esemplari di varie specie di molluschi, alcune
anche molto rare e di qualità eccellente per la conservazione tipica delle
conchiglie astigiane. Una vetrina sarà dedicata alle impronte fossili
(icnofossili), strane strutture che documentano le varie attività di antichi
organismi il più delle volte sconosciuti. Ed infine uno spazio sarà riservato
ai resti di cetacei (balene e delfini) che sono forse i più importanti fossili
del territorio astigiano.
Oltre
a alcuni campioni di recenti ritrovamenti realizzati dal Museo Paleontologico
Territoriale dell’Astigiano, sarà esposto per la prima volta la riproduzione
del cranio dell’olotipo del Delfinide Hemisyntrachelus
cortesii, un delfino che poteva superare i tre metri di lunghezza
dall’aspetto tra un globicefalo ed un’orca.
Lo
scheletro originale era conservato presso il Museo di Storia Naturale di Milano
ed è purtroppo andato distrutto durante i bombardamenti della II Guerra
Mondiale. Ora di questo importantissimo reperto rimangono solo alcuni calchi
storici del cranio e poche altre parti dello scheletro, tra i quali proprio
questo in esposizione. Il campione fa parte della collezione storica di cetacei
fossili piemontesi dell’Università degli Studi di Torino, in carico al Museo
Regionale di Scienze Naturali di Torino e che quest’anno è stata trasferita
integralmente al Museo astigiano.